Credito Sostenibile per le PMI: obiettivi e strumenti
Il quadro di mercato: contesto, regolamentazione e obiettivi
Il notevole impulso verso una trasformazione del sistema economico orientata alla sostenibilità evidenzia l'importanza crescente degli investimenti ESG nel settore finanziario e nei rapporti interaziendali. La valutazione esclusiva dei dati finanziari non è più adeguata: per le PMI e le imprese, il rispetto dei principi legati alla sostenibilità è diventato imperativo dal punto di vista etico e l'inclusione degli aspetti ESG nei processi porta a notevoli miglioramenti in termini di credibilità e merito creditizio. Le istituzioni finanziarie dimostrano un interesse sempre più marcato nel finanziare imprese in linea con i parametri europei di sostenibilità - in particolare rispetto alla considerazione e mitigazione dei rischi di cambiamento climatico - e, al contrario, una propensione a evitare il supporto finanziario a progetti aziendali con impatti ambientali negativi.
Più in generale, le aziende che ottengono performance ESG eccellenti evidenziano anche una maggiore solidità finanziaria e minori rischi creditizi. Questo fenomeno, che va oltre le dimensioni aziendali, assume una particolare rilevanza per le piccole e medie imprese, le quali possono beneficiare di potenziali vantaggi in termini di rischio finanziario, adottando politiche di sostenibilità avanzate.
Nel settembre 2015, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha ratificato ufficialmente i "17 Sustainable Development Goals" (Obiettivi di Sviluppo Sostenibile); da allora, la normativa europea ha avviato un processo evolutivo in linea con la transizione ESG del sistema economico e finanziario. Tale evoluzione comprende importanti iniziative incardinate nell’EU Green Deal del 2019, che ha nel corso del tempo:
- messo a disposizione risorse sostanziali a favore della transizione verde;
- visto un impegno in termini di aspettative e linee guida dell'European Banking Authority (EBA);
- normato con Regolamenti e Direttive ESG il panorama legislativo comunitario, introducendo ad esempio la Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFRD) e la Tassonomia Europea.
È indiscutibile che questi repentini cambiamenti normativi richiedano una riconsiderazione delle modalità di gestione del credito. Unicamente a titolo di esempio, si consideri il caso del Regolamento EU 852/2020 relativo Tassonomia Europea, che nelle sue previsioni di disclosure per gli operatori finanziari dedica particolare rilevanza al Green Asset Ratio, “GAR”, rapporto che vede al numeratore gli attivi creditizi che finanziano attività economiche allineate alla Tassonomia (sul totale attivo. Gli operatori soggetti a questa informativa banche dovranno pubblicare il proprio GAR a partire dal 1° gennaio 2024, rispondendo all’obiettivo delle authorities di fornire un KPI di facile comprensione che clienti, gli investitori e le autorità di vigilanza possono utilizzare per valutare, misurare e confrontare l’allineamento alla Tassonomia di portafogli ed esposizioni, e quindi la sostenibilità delle banche e i loro percorsi di miglioramento periodici. Con tale incentivo, non stupisce quindi che gli operatori coinvolti stiano riposizionando i propri servizi verso un’offerta quanto più possibile sostenibile, per rincorrere i vantaggi di mercato e reputazionali connessi, integrando nei propri processi di valutazione delle controparti anche vere e proprie due diligence ESG pensate per comprendere al meglio le caratteristiche di sostenibilità dei propri clienti nonché, nei casi più virtuosi, per influire nella definizione di tassi e condizioni contrattuali.
Nel pacchetto di regolamentazione in ambito finanza sostenibile, infine, impossibile non citare nel presente modulo il Regolamento Green Bond Standard, prima normativa organica che, a livello mondiale, disciplina le obbligazioni verdi entrando nel merito delle disclosure, delle strategie per la transizione ecologica e del ruolo delle società di revisione nella verifica di dati e informazioni condivise.
Questo Regolamento, approvato il 5 ottobre 2023 dal Parlamento Europeo e in vigore dalla fine del 2024, prevede che tutte le imprese che sceglieranno di adottare il marchio EuGB nella commercializzazione di un green bond, saranno tenute a rispettare anche una serie di misure fra cui la divulgazione di informazioni rilevanti su come saranno utilizzati i proventi del titolo, impegnandosi a predisporre una strategia per la transizione verde dell’impresa e a dimostrare come tali investimenti contribuiscono alla sua realizzazione. Tali obblighi di informativa, stabiliti in appositi template (“formati modello”), potranno essere rispettati anche dalle società che emettono obbligazioni che non sono ancora in grado di rispettare tutte le norme dell’EuGB, ma che desiderano comunque manifestare le loro aspirazioni ESG.
In termini di contenuto, il punto fondamentale è che i proventi delle obbligazioni verdi europee devono obbligatoriamente essere assegnati, conformemente alla Tassonomia EU, a una serie di impieghi, tassativamente indicati dal Regolamento, e in conformità a definiti “criteri di vaglio tecnico”.
Il Regolamento istituisce un sistema di registrazione e un quadro di vigilanza per revisori esterni, ossia i soggetti indipendenti responsabili della valutazione del rispetto delle norme. Stabilisce inoltre che gli eventuali conflitti di interesse, effettivi o potenziali, che possano riguardare i revisori esterni, debbano essere adeguatamente identificati, eliminati o gestiti, e divulgati in modo trasparente.
Cosa potrai approfondire in questo articolo
- Gli strumenti di credito a disposizione e le strategie di finanziamento
- Principali strumenti sul mercato: prestiti, garanzie e obbligazioni ESG
- Strategie diverse per un accesso efficace al finanziamento